Tempi duri per i giochi da console. Lo rivelano i numeri, impietosi, pubblicati in questi giorni da Aesvi, l’associazione di categoria che rappresenta i produttori di console, gli editori e gli sviluppatori di giochi in Italia. Segno meno per il mercato dei videogiochi con una contrazione del 7,1% e un giro di affari al di sotto del miliardo di euro.
Una vera e propria rivoluzione secondo gli analisti così come quelle che hanno segnato la fine delle sale da giochi, il computer come piattaforma di gioco e ora le console. A farla da padrona nel prossimo futuro tablet e smartphone attraverso i quali sarà semplice e intuitivo accedere a giochi di strategia online o applicazioni pensate esclusivamente per il mobile. Tablet e smarthone infatti hanno reso più immediato e costante il nostro rapporto con la tecnologia garantendo quella porta d’accesso in ogni situazione e ogni contesto.
Secondo alcuni scrittori il declino della console come dispositivo per giocare non deriva esclusivamente dal successo di smartphone e tablet ma è il risultato di un processo in cui la magia del contatto con la tecnologia sfuma in una relazione continua e disinteressata. Fabio Viola parla addirittura di gamification, una sorta di tendenza comune per la quale siamo portati ad accostare la quotidianeità alle esperienze che viviamo nei videogames. Tutto le nostre azioni diventano un gioco, seguire una lezione, guidare un auto, chiacchierare con uno sconosciuto.
La differenza tra la dimensione della console e quella dei moderni giochi di guerra online sta tutta nella estrema facilità, flessibilità d’uso, economicità. Sull’autobus, nella sala d’attesa del dentista, subito prima di un esame all’università i dispositivi mobile ci concedono la possibilità di evadere e assecondare quel mondo fantastico ad alto contenuto tecnologico proprio quando ne abbiamo maggior bisogno. Chi ha ancora voglia di accendere la console e catapultarsi in un mondo fantastico una volta tornati a casa?