Ridurre i costi, ottimizzare le risorse, generare più efficienza: il ritornello è tanto noto che rischia di essere stucchevole. Il problema (dei Cio, non di chi scrive) è che il tema, per varie ragioni, rimane di strettissima attualità. Il cloud computing è sicuramente il futuro prossimo ma per limitare consumi e costi dei data center (e di tutto il parco macchine) si può anche procedere con strumenti più consolidati.
Lo spunto all’ennesima riflessione in materia mi arriva da una recente indagine di Gartner secondo cui con un’attenta gestione dei pc in azienda il fabbisogno di energia può essere ridotto anche del 43%. Razionalizzare i data center, puntando tutto sul consolidamento dei server e sulla virtualizzazione, è sicuramente una via preferenziale ma non può essere l’unica. Serve un’azione certosina e mirata anche sul fronte dei desktop e dei portatili (Sempre più diffusi)
Gli analisti sono quindi nella condizione di suggerire l’impiego (ottimale) delle tecnologie di power management integrate nei pc per ottenere risultati significativi alla voce (riduzione) costi di gestione. L’entità di tali risultati è presto detta: secondo Gartner un’azienda con 2.500 computer potrebbe risparmiare fino a 43.300 dollari l’anno e altri 6.500 dollari si risparmierebbero spegnendo le macchine e staccando i loro collegamenti elettrici (operazione, quest’ultima, che potrebbe però causare problemi seri alla produttività, visto che gli aggiornamenti dei software avverrebbero durante le ore di lavoro).
Ridurre i consumi dei computer (unitamente a quelli dei server) può quindi garantire risparmi significativi nelle bollette e, perché no, dare un contributo alla tanto declamata volontà di essere più rispettosi dell’ambiente. Gartner, in proposito, ha pure confezionato un “modus operandi” per valutare l’impatto di diverse variabili sull’uso totale dei pc in azienda (che non supera si stima il 70% del tempo passato in ufficio), calcolando il consumo energetico di desktop, notebook e monitor durante e dopo le ore di lavoro.
Economizzando, con una più accorta gestione delle macchine (magari molte delle quali “vecchie” e non pensate in chiave “green”), il ricorso alle fonti di energia elettrica saltano fuori gli oltre 43mila dollari di spese in meno nei dodici mesi. E se il risparmio in questione fosse anche solo di 27.500 dollari (a tanto lo stima Gartner considerando i l’ipotesi che i consumi relativi all’uso dei notebook fuori azienda non siano a carico della stessa) sarebbe un buon punto di partenza.